Dopo quasi 10 anni di sviluppo Warhorse Studio rilascia finalmente Kingdom Come Deliverance, un open-world RPG che ci farà viverre l’Europa del XV secolo come nessun altro prima. Dimenticatevi i soliti Dungeon and Dragons, i maghi e i valorosi eroi e preparatevi a vedere un medioevo molto più vicino alla realtà, dove divari sociali, guerre e malattie sono i pericoli più insidiosi da affrontare.
La storia comincia in Boemia nel 1403 vestendo i panni di Henry, il figlio del fabbro, alle prese con le classiche commissioni del periodo come recuperare del carbone per la fornace o convincere un cliente a saldare il proprio debito (con le buone o le cattive). Un’infarinatura sommaria prima di essere messi faccia a faccia con il primo combattimento, che grazie alla mancanza di tutorial o aiuti di qualsiasi sorta, farà emergere il vero combattente che è in noi costringendoci a usare il cervello e capire le meccaniche. È qui che Kingdom Come: Deliverance dimostra il suo approccio alla realtà del periodo, avvicinandosi qualcosa di genuino, autentico e frustrante, lontano dai fronzoli magici a cui siamo abituati.
Il combattimento in Kingdom Come Deliverance
Il sistema di combattimento in sé è stranamente complicato ma diventerà più facile mano a mano che si gioca, quindi non aspettatevi di afferrare una spada e correre all’impazzata colpendo a caso. Bisogna essere pazienti, meticolosi e pensare costantemente a ciò che si fa, pena il finire uccisi molto rapidamente. Non c’è molto margine di errore, se vieni colpito alla testa la maggior parte delle volte muori sul colpo.
Grazie a questo approccio brutale Kingdom Come: Deliverance risulta estremamente soddisfacente, il che si lega con lo stile che Warhorse voleva disperatamente dare. Ciò che succederebbe nel mondo reale, succede anche in quello fittizio: se indossi l’elmo il campo visivo si ridurrà, ecc… C’è una conseguenza ad ogni azione.
Tutto questo è percepibile anche nell’ambiente in cui ci si trova. Lo scenario è immenso, molto dettagliato e ben realizzato, anche se sembra poco dinamico o sfruttato, a causa sempre del completo distacco dal concetto di fantasy. Il paesaggio è piacevole, le colline erbose o i tramonti sono suggestivi ma non ci imbatteremo mai in strutture incredibili o animali fuori dal comune. Sono cose che non esistono, questo è il mondo reale.
La storia c’è ma…
Dopo un attacco al villaggio e la morte della propria famiglia Henry decide di combattere e fare la sua parte nella guerra ma lo svolgimento in sé è abbastanza lento e non ci trascinerà di battaglia in battaglia. Il che non vuol dire che Kingdom Come Deliverance non sia sorprendente in altri modi e la propria storia può evolversi rapidamente: ci sono regole che se ignorate ci porteranno all’arresto, i nobili saranno più ben disposti a dialogare con noi se ci si sarà prima fatti un bagno e andare in giro con una spada sguainata non è visto esattamente bene. Il tutto però non porta mai a un evento culminante o decisivo. Semplicemente segui la corrente e vedi dove ti porta.
Kingdom Come Deliverance è mastodontico e prima di avere una recensione completa ci vorrà del tempo ma se siete appassionati del genere non dovete assolutamente farvelo scappare!